
Sembra che molti, così come ho fatto io per anni, abbiano un interesse solo superficiale per il concetto di Dio, per la vita eterna, l’anima. La gente comune accetta la fede acriticamente, come un dato di fatto, senza pensare con la propria testa … crede perchè ‘così fan tutti’. La fede non veramente sentita rimane qualcosa di vacuo, superficiale e molto spesso sfocia nella superstizione.
Rimango perplesso invece quando vedo che anche persone con un alto livello intellettuale e culturale credono nel Dio antropomorfo ed accettano il mondo fantastico e immaginario che il cristianesimo propone. Come si può accettare razionalmente il concetto di un Dio umanizzato circondato da una miriade di personaggi immaginari: madonne, santi, beati, angeli, arcangeli, demoni di vari tipi?
Nietzsche ha scritto: “ Il cristianesimo non ha nessun contatto con la realtà. ‘Cause’ puramente immaginarie: Dio, anima, spirito; ‘Effetti’ puramente immaginari: peccato, redenzione, grazia, punizione, remissione dei peccati; un’immaginaria ‘Scienza della natura’: antropocentrica, l’uomo al centro e fine di tutto il creato, mortificazione del concetto di naturale e razionale a vantaggio del soprannaturale; un ‘Commercio’ tra esseri immaginari: Dio, Gesù, Spirito Santo, Maria, santi, demoni, angeli, spiriti; un’immaginaria ‘Psicologia’: interpretazione morale-religiosa di piacevoli e spiacevoli sentimenti comuni come gioia, tristezza che vengono tradotti in senso di colpa, pentimento, rimorso, tentazione diabolica, vicinanza di Dio, estasi; un’immaginaria ‘Teleologia’: il regno di Dio, il giudizio universale, la resurrezione dei morti, la vita eterna. Questo mondo di pura finzione si differenzia, e molto in peggio, dal mondo dei sogni, per il fatto che quest’ultimo rispecchia la realtà, mentre quello falsifica, svaluta, nega la realtà “
Questo mondo immaginario poteva essere plausibile quando il modello cosmologico accettato era quello “geocentrico” di Tolomeo. La terra, al centro dell’universo, era circondata da otto sfere che reggevano la luna, il sole, i cinque pianeti conosciuti e le stelle fisse nel loro movimento intorno alla Terra.

Il modello tolemaico era molto ben accetto alla Chiesa in quanto descriveva un universo che andava d’accordo con le Scritture e aveva il vantaggio di lasciare un ampio spazio oltre la sfera delle stelle fisse ove mettere ‘il Cielo’ con il trono di Dio, il corpo di Gesù risorto, quello di Maria assunto in cielo, i profeti, i santi, gli angeli e gli eletti in paradiso.
Essendo la terra e l’umanità al centro di tutto era poi plausibile che i personaggi immaginari abitanti oltre l’ottava sfera concentrassero la loro attenzione sull’uomo e si immischiassero, anche in concorrenza fra di loro, negli affari umani.
La Chiesa cattolica difese strenuamente il sistema geocentrico, giungendo nel 1600 alla condanna al rogo come eretico del filosofo Giordano Bruno (reo di aver sostenuto che lo spazio fosse infinito, che ogni stella fosse in realtà simile al Sole e che la vita potesse esistere al di fuori del sistema solare) e, a distanza di qualche decennio, costringendo Galileo Galilei ad abiurare le proprie opere.
Significativamente, la Chiesa non basò questa difesa del sistema geocentrico su argomenti scientifici, ma sull’autorità di versetti biblici dell’Antico Testamento.
Il modello tolemaico era perfettamente coerente con il modello antropologico del mondo specificato nelle Scritture: l’uomo al centro dell’Universo e dell’attenzione di Dio. D’altra parte non aveva Dio creato l’uomo a sua immagine e somiglianza e non aveva posto la natura al servizio dell’uomo stesso?
“Nelle epoche buie la miglior guida dell’uomo è la religione, così in una notte nera come la pece la migliore guida è un cieco: costui riconosce strade e sentieri meglio di chi vede. Quando arriva il giorno, però, è da sciocchi usare per guida un vecchio cieco” Heinrich Heine.
Nel nuovo modello cosmologico la Terra non è più al centro dell’universo, è solo uno dei pianeti che girano intorno al Sole che è solo una dei 200 miliardi di stelle che formano la nostra galassia, la Via Lattea. Oltre alla Via Lattea, nell’universo conosciuto ci sono oltre 100 miliardi di galassie ciascuna composta da miliardi di stelle. E non è detto che non ci siano diversi universi. Il multiverso, in cui il nostro universo, l’universo conosciuto, sarebbe solo uno dei moltissimi universi possibili, è teorizzato da recenti teorie scientifiche quali l’universo a bolle e la teoria delle stringhe.
Qual è il nostro posto e rilevanza in questo immenso spazio fisico? E qual è il nostro posto e rilevanza nel tempo universale? L’universo ha circa 15 miliardi di anni e i primi ominidi sono apparsi sulla terra solo qualche centinaio di migliaia di anni fa. Se la vita totale dell’universo viene equiparata a 24 ore, da mezzanotte a mezzanotte, allora l’uomo compare nell’universo solo pochi minuti prima di mezzanotte. Da dove nasce la nostra presunzione e la nostra superbia di considerare l’uomo al centro di tutto? Perchè è così difficile prendere coscienza della scarsa rilevanza dell’Uomo nel contesto del tempo e dello spazio dell’universo? Se l’Uomo è il fine ultimo della creazione perchè Dio avrebbe sprecato tanta energia per creare miliardi di stelle? Forse per farci godere lo spettacolo di un cielo stellato nelle notti buie.
La mente umana è in grado di afferrare la complessità dell’universo solo nelle sue forme più elementari. Si dovrebbe quindi dedurre che la vera natura, l’origine ed il fine ultimo dell’universo siano indefinibili e umanamente inesprimibili. Ciò nonostante, la meraviglia, lo stupore, l’ammirazione, il rispetto e soggezione che si provano di fronte alla magnificenza, complessità ed armonia dell’universo sono emozioni che hanno un profondo senso mistico e religioso. Quale profonda e misteriosa grandezza c’è in questa visione cosmica! E come appare prosaico, al confronto, il Dio ‘persona’ che sembra avere la necessità di essere amato e venerato dall’uomo e che si intromette nella sua vita di ogni giorno.
Io credo che il rapporto dell’uomo di oggi con Dio debba essere innanzitutto una ricerca di liberazione: liberazione dal Dio espresso dalle Scritture, in quanto le Scritture e la religione vogliono definire l’ IN-definibile, esprimere l’IN-esprimibile, e quindi vogliono rinchiudere l’infinito nel finito delle nostre limitate capacità cognitive e sensoriali. Dio non muore il giorno in cui noi smettiamo di venerare il Dio ‘persona’. Ma siamo spiritualmente morti quando la nostra anima non è più illuminata dallo stupore al cospetto della meraviglia dell’universo e delle leggi della Natura, o di fronte all’incanto del volo di un passerotto fra i rami, allo splendore delle ali di una farfalla fra i fiori, alla goccia d’acqua che ineluttabilmente scivola nel ruscello verso il mare: tutto questo è Dio; o meglio, il passerotto, la farfalla e la goccia d’acqua sono tre degli infiniti modi di manifestarsi di Dio.
“La più bella sensazione è il lato misterioso dell’universo e della vita. Chi non è più in grado di provare né stupore né sorpresa di fronte al mistero dell’universo e della vita è per così dire morto: i suoi occhi sono spenti … L’impressione del ‘misterioso’ è stato nella storia dell’uomo un elemento centrale. L’imperscrutabile, il misterioso, sia pure pervaso dalla paura dell’ignoto, ha dato vita alle religioni. Sapere che esiste qualcosa di impenetrabile, inspiegabile, conoscere, però, le manifestazioni dell’universo più profondo e della bellezza più luminosa, anche se accessibili alla nostra ragione nelle forme più primitive, questa conoscenza e questo sentimento, questa è la mia devozione. In questo senso, e soltanto in questo senso, io mi sento un uomo profondamente religioso. La mia religiosità consiste nell’ammirazione estasiata della bellezza incredibile del cosmo e delle sue leggi naturali. In questa ammirazione si rivela una mente così superiore che tutta l’intelligenza posta dagli uomini nei propri pensieri non è, al cospetto, che un riflesso assolutamente nullo” Albert Einstein.