
Giù, guardando in basso tra i tronchi di pino, Gennarino comincia a intravedere l’azzurro del mare. E’ scintillante per il riverbero del sole alto di mezzogiorno. Sulla sinistra, nella stretta insenatura tra gli scogli, la piccola spiaggia del fico è deserta. Non c’è nessuno, né sullo stretto arenile, né in mare a fare il bagno.
Scendendo lungo il ripido sentiero, Gennarino, per l’ennesima volta, si chiede se veramente ha capito bene. “Domani vado in barca alla spiaggetta del fico” gli aveva detto Marina quando ieri pomeriggio l’aveva incrociata per le scale. L’aveva detto velocemente come se fosse imbarazzata a dirlo ed era subito andata via. A Gennarino il cuore era saltato in gola, era un appuntamento?
Ora non ci sono più i pini ma bassi cespugli tra sassi e rocce. Non c’è più neanche il sentiero, per arrivare alla spiaggia del fico bisogna scendere per una decina di metri aggrappandosi con le mani alle rocce.
Era un appuntamento? Gennarino si è tolto i sandali giapponesi per fare presa sulla roccia anche con le dita dei piedi ed agile come una capra scende velocemente fino alla spiaggia. Il mare è fermo, non c’è un alito di vento, il sole picchia forte su metà della spiaggia perché la metà di ponente è già all’ombra delle alte rocce che circondano la spiaggia da tutti i lati. Di tanto in tanto un uccello multicolore va ad abbeverarsi nella pozza d’acqua dolce che si trova di lato alla piccola grotta umida e fresca proprio sotto l’albero di fico.
E’ seduto da quasi mezz’ora sulla sabbia fine con i piedi nel bagnasciuga nel silenzio rotto solo dal frinire ininterrotto e regolare delle cicale. Era un appuntamento? Ora non ne è più sicuro. Ormai è mezzogiorno, sa che Marina dovrebbe essere già qui. Sa che prende la barca verso le undici. Lo sa perché, sulla spiaggia, ogni giorno, la cerca con lo sguardo, la segue in tutti i suoi movimenti nella speranza di incrociare un suo sguardo.
Sente il riso cristallino di Marina prima ancora che la prua della barca sbuchi da dietro lo scoglio che chiude dal lato di ponente la piccola insenatura. Non è sola sulla barca, c’è anche quella stupida e grassa cugina! La gioia di Gennarino si trasforma rapidamente in delusione.
“E tu che ci fai qui? Come ci sei arrivato?” gli chiede Anna con un sorriso beffardo. “E muoviti, non dormire in piedi come al solito, vieni a dare una mano a tirare la barca a secco!”.
Gennarino neanche la sente, è al settimo cielo, avvicinandosi alla barca ha incrociato gli occhi ridenti verde-azzurri di Marina. Il cuore in gola batte a mille all’ora. Questa è la felicità, pensa.
“Oggi sembri più stonato del solito” lo stuzzica Anna. “Dai vieni fai il bagno con noi”.
Nella piccola baia sono arrivati in barca altri ragazzi vocianti. Gennarino aveva sperato di trovarsi da solo con Marina per dirle che l’ama, che pensa a lei tutto il giorno, anche di notte nei sogni. Prima Anna e poi questi stupidi casinisti non gli daranno nessuna opportunità di stare solo con Marina. Per colmo di delusione, tra quelli appena arrivati, c’è pure Pino. Gennarino è geloso di Pino perché è un bel ragazzo brillante e divertente ma soprattutto perché sta sempre intorno a Marina a ridere e scherzare. E’ evidente che le fa la corte.
“Andiamo alla grotta dei sorci” propone decisa Anna avviandosi a vigorose bracciate verso lo scoglio che chiude a levante la piccola cala. Subito dietro lo scoglio il mare penetra in una bassa grotta naturale e qui prende un vivido color smeraldo che cambia tonalità con il movimento del sole nel cielo.
Tutti seguono Anna oltre lo scoglio. Marina invece si avvia verso la spiaggia, si volta sorridente verso Gennarino e “vieni” dice “andiamo a prendere il sole”.
Sono sdraiati in silenzio a pancia in giù su due teli da spiaggia affiancati. Si guardano intensamente senza essere capaci di distogliere lo sguardo. L’amore trabocca dai loro occhi ma nessuno dice una parola, poi la mano di Gennarino arriva a sfiorare le dita di Marina. Le mani si agganciano prepotenti, le dita si serrano con forza, si intrecciano. Gennarino è al settimo cielo, quasi non riesce a respirare. Era un appuntamento, pensa come in sogno.
“Ti ho aspettato quasi un’ora” le dice sorridendo.
“Io ti aspetto da un mese” risponde Marina.
Si alzano insieme tenendosi per mano, sistemano i teli sulla sabbia umida in fondo alla grotta, infine si baciano teneramente. Il loro primo bacio è di infinita tenerezza. Si amano con gli occhi, si accarezzano il viso, i capelli e si sfiorano le labbra con dolcezza. Poi i loro corpi vengono a contatto, si avvicinano e si intrecciano. La tenerezza diventa passione ed i teneri baci diventano più profondi, più intimi.
“Il paradiso è sentirsi così per l’eternità” pensa Gennarino.
Non sanno se sono passati dieci minuti o un’ora quando Anna li chiama “basta voi due, è ora di tornare”. Poi con tono deciso “Gennarino tu torni con noi in barca”.
Anna non è per niente stupida, pensa Gennarino avviandosi verso la barca tenendo Marina per mano.