Il Dio impersonale

Invece che come Persona, Padre, Creatore e Signore del cielo e della terra, Dio può essere visto come il Dio impersonale di Spinoza. Il Dio impersonale o “Sostanza” non può essere immaginato dalla mente perché non corrisponde a niente che sia nella nostra esperienza umana e perché un’immagine, necessariamente finita, non può essere adeguata ad esprimere l’infinita natura di Dio. Il Dio sostanza può essere invece concepito dall’intelletto umano mediante la razionalità, la ricerca dell’essenza dell’Universo e della vita.

Ma cosa significa ‘sostanza’ dal punto di vista etimologico? Sostanza è sub-stantia, ciò che sta sotto e sostiene. Cosa? Tutto. La sostanza, cioè Dio stesso, sta sotto e sostiene la realtà considerata nella sua totalità, con tutte le sue infinite espressioni e manifestazioni. Il Dio Sostanza è IMMANENTE, è cioè in ogni cosa del mondo, a differenza del Dio Padre che è TRASCENDENTE, perché risiede oltre il mondo.

La sostanza infinita, in quanto è tutto ciò che esiste e che può esistere, è la Natura stessa. Spinoza scrive “Deus sive Natura“, ”Dio, cioè la Natura”. Ma bisogna stare attenti a non intendere la Natura come materia, come null’altro che materia. Natura con la lettera maiuscola non corrisponde all’Universo fisico, anche se lo comprende. E’ più vicina al significato di ‘natura’ come nelle espressioni ‘natura della luce’ oppure ‘natura dell’uomo’. La Natura con la maiuscola corrisponde ad una generalizzazione di tutte le possibili ‘nature’. Si potrebbe pensare alla Natura come ‘essenza del mondo’, ovvero ciò che rende il mondo ciò che è. In altre parole, Dio non è cosa materiale, ma è tutto in ogni cosa, indivisibile. E’ il presupposto di ogni cosa, senza presupporne altre. Dio è l’energia infinita, affermativa che sta-sotto e sostiene tutte le cose del mondo e che rende il mondo ciò che è.

Per Dio intendo l’ente assolutamente infinito, cioè la sostanza che consta di infiniti attributi, ognuno dei quali esprime un’essenza eterna ed infinita.” (Spinoza, Etica)

Le cose particolari non sono altro se non affezioni degli attributi di Dio , ossia modi mediante i quali gli attributi di Dio sono espressi in maniera certa e determinata” (Spinoza, Etica).

Le cose del mondo fisico come la Luna, il pianeta Terra, le stelle, le galassie, il fiore sul davanzale della mia finestra, l’albero di pino che vedo in lontananza, il mio stesso corpo, gli atomi contenuti nel mouse che sto usando, non sono altro che modi di manifestarsi di Dio secondo l’attributo dell’estensione. Le singole idee e le singole menti, il pensiero che mi passa velocemente per la testa in questo momento, la musica di Mozart, le idee geniali di Einstein ecc. sono invece i modi di manifestarsi di Dio secondo l’attributo del pensiero.

Il Dio di Spinoza armonizza, in una sintesi grandiosa, la mente e il corpo, la natura e l’uomo, l’individuo e la totalità, l’uomo e Dio, il mondo della scienza e quello della vita morale e artistica. L’intero universo, le costellazioni, le stelle, i pianeti, gli oggetti di ogni giorno, i nostri corpi, le piante, gli animali, le leggi immutabili della natura, i pensieri geniali, le semplici idee di ciascuno di noi non sono altro che manifestazioni di una sola realtà, la Sostanza, la ‘res divina’, cioè Dio.

Si può quindi parlare d’identificazione Dio-Natura-Uomo in quanto l’intera realtà deriva da un unico principio: tutto ciò che ci circonda e che ci pare indubbiamente molteplice deriva in verità da un’unica cosa, di cui é manifestazione, Dio. Da questa intuizione sgorga il sentimento di armoniosa comunione con il Tutto che colma l’anima di serenità e gioia. La comunanza, armonia e conformità del tutto ha un’importante conseguenza etica: riconoscendo che tutto è ‘res divina’, compresi noi stessi ed il corso degli eventi che ci riguardano, prendiamo atto della razionalità e perfezione che governa il tutto fino ad assimilarci con lo scorrere razionale e necessario delle cose e della realtà.

Nietzsche riassume brillantemente questa idea quando scrive: ” … ho divinizzato il Tutto per provare pace e felicità davanti a esso“.

Ma se Dio è Tutto, anche il ‘male‘ è espressione di Dio? Anche un terremoto, uno tsunami, il cancro sono sue espressioni? Senz’altro sì! E’ semplicemente blasfemo, è come bestemmiare, ammettere che qualcosa possa essere fuori del controllo di Dio. Anche quello che noi chiamiamo ‘male‘ è espressione di Dio. Poiché ogni cosa discende dall’essenza di Dio dobbiamo desumere, necessariamente, che tutte quelle cose che noi chiamiamo ‘cattive’ sono ‘IN’ Dio come quelle che noi chiamiamo ‘buone’. Ma dov’è allora la perfezione di Dio, mi chiederai?

Bisogna capirsi bene: ho detto “quelle cose che NOI chiamiamo cattive sono in Dio“. L’accento è su NOI: male e bene sono punti di vista soggettivi. Il male è nient’altro che ciò che fa male a me come uomo, ma non riguarda affatto la ragione del Tutto. In altre parole, il nostro concetto di perfezione non si applica a Dio.

Dal punto di vista dell’eterno presente di Dio, buono e cattivo, bene e male, cessano di avere alcun significato, perché ciò che ha significato per Dio è nient’altro che il “necessario“.

Un esempio: una meteorite di grandi dimensioni colpisce la Terra e distrugge la vita, anche quella dell’uomo, sul pianeta. Questo fatto è un bene o un male? Per l’uomo è senz’altro un male ma dal punto di vista di Dio questo fatto non è né una cosa ‘buona’, né una cosa ‘cattiva’.

Per Dio l’evento è semplicemente ‘necessario‘ perché discende necessariamente ed è provocato dalle leggi della natura che non sono altro che suoi immutabili ed eterni decreti. Noi siamo portati a ritenere che quello che è bene o male per l’uomo sia anche il bene ed il male del Tutto. Niente di più sbagliato! Non è l’uomo, in base ad egoistiche considerazioni, a poter giudicare il bene ed il male nella prospettiva della razionalità del Tutto che ordina il mondo.

Se si guarda la realtà in modo assolutamente obiettivo, […] guardandola NON con i nostri occhi ma con quelli stessi della Realtà Totale se essa ne avesse, non v’è né bene né male, né perfezione né imperfezione, bene e perfezione essendo la realtà com’è, o meglio essendo qualifiche superflue di fronte alla realtà com’è“. G. Rensi

Secondo Spinoza, Dio non è quello del catechismo e delle letture bibliche, non è quel genere di essere soprannaturale che una mattina si sveglia, decide di creare il mondo, e poi alla fine della settimana fa un passo indietro per ammirare il risultato. Dio non ha personalità, non è né buono né cattivo, non ha simpatie o antipatie, non premia né punisce, non ama e non odia, non decide e non giudica, non agisce in vista di uno scopo, un obiettivo finale, non ha volontà e intelletto, non risiede oltre il mondo.

Cerco di essere un po’ più preciso mettendo a confronto il Dio Padre e il Dio impersonale di Spinoza.

Il Dio Padre è un Dio ‘personale’ che agisce, nel tempo, per atti di ‘volontà’. Per questo è chiamato anche Dio Persona o Dio Volontà. Per contro il Dio di Spinoza non ha personalità e volontà. Agisce solo per la necessità delle sue stesse leggi.

Dio, sia esso il Dio persona o il Dio impersonale, per definizione, è perfetto, infinito, onnipotente, onnisciente ed eterno. Consideriamo brevemente uno ad uno questi attributi.

Una cosa è perfetta quando non manca di niente. Ad una cosa perfetta non puoi aggiungere o togliere niente perché diventerebbe immediatamente imperfetta. Ora, Dio è perfetto proprio perché non manca di nulla. Se questo è il concetto di perfezione, allora si deve ammettere che il Dio persona non è perfetto perché agisce per uno scopo, un fine (per esempio, la salvezza dell’Uomo), il che implica la mancanza di qualcosa.

Per contro, il Dio impersonale non ha bisogno di agire per giungere ad un fine perché è già perfetto così com’è.

Una cosa è infinita se non è limitata da altre cose, in pratica non può esserci niente ‘oltre’ una cosa infinita. Se questa è la definizione, il Dio persona non è infinito perché è limitato dall’universo da lui stesso creato ‘oltre se stesso’.

Il Dio impersonale invece non è limitato da niente perché è egli stesso tutto quello che esiste.

L’onnipotenza implica che non ci possa essere niente e nessuno che si contrappone o limiti la potenza di Dio. Il Dio persona allora non è onnipotente perché è continuamente sfidato dalla protervia di Satana e dal libero arbitrio dell’Uomo. Concedendo all’Uomo il libero arbitrio, il Dio persona ha autolimitato la sua onnipotenza. Esempio eclatante è l’impotenza del Dio persona di fronte al libero arbitrio dell’Uomo che decide la crocifissione di Cristo, suo figlio.

Per contro, tutto quello che avviene nel mondo avviene necessariamente ed è espressione dell’onnipotenza del Dio impersonale.

Un Dio onnisciente conosce a priori tutti gli eventi, anche quelli futuri. Conoscendo a priori quello che succederà fino alla fine del tempo, egli non avrà alcun bisogno di agire nel tentativo di manipolare il corso degli eventi.

Il Dio persona non sembra essere onnisciente perché si arrabatta incessantemente nel tentativo di aggiustare il divenire degli eventi (per esempio con i miracoli, il dono della grazia). Sembra proprio che egli non conosca il futuro in generale e il destino di ciascuno di noi in particolare.

Il Dio impersonale invece è onnisciente perché è immobile e impassibile fuori del tempo. Egli coglie in un unico sguardo sereno tutto il tempo: passato, presente e futuro.

Per concludere, il Dio impersonale è la totalità di ciò che esiste. Egli risiede qui, ora, in ogni cosa del nostro universo ed in ogni cosa degli innumerevoli possibili universi. Dio è l’infinito, la luce, lo spazio, il tempo, i miliardi di universi e la più piccola particella elementare.

Dio è il mio più semplice pensiero e la teoria della relatività di Einstein; è la musica di Mozart e il ‘Cantico delle Creature’ di S. Francesco.

Dio è la Terra e il Sole; è la farfalla che svolazza su un fiore e la Via Lattea; è il piccolo passerotto infreddolito e la costellazione più lontana.

Dio è il cielo notturno, la gioia e il dolore, la nascita e la morte, le partenze e i ritorni, le vette innevate, il sole che scende sul mare.

Dio è il Tutto. E’ l’infinita potenza di essere del Tutto.

Bisogna in ogni caso prendere atto dell’inadeguatezza della mente umana a capire e a definire Dio nella sua luminosa immensità e perfezione. Cosa infatti sappiamo veramente del mondo? Sembra che gli scienziati concordino sul fatto che l’universo che conosciamo sia iniziato con il Big-Bang circa quindici miliardi di anni fa. La teoria della relatività ci dice che viviamo in un mondo quadridimensionale, che il tempo e lo spazio sono relativi. La meccanica quantistica sperimenta che a livello subatomico non esiste una realtà materiale oggettiva ma solo onde di potenzialità che possono collassare in particelle materiali. La fisica teorica di frontiera si occupa del multiverso, l’infinito numero di universi, della teoria delle stringhe, dell’universo a bolle, del tempo immaginario, della gravità quantistica, dell’assenza del tempo. Anche con questo grande bagaglio di conoscenze scientifiche cosa veramente sappiamo della Realtà ultima? Molto poco, secondo me.

Dio, il Tutto che appare a noi miseri ‘homo sapiens’ relegati in un angolo remoto dello spazio-tempo è solo un debole riflesso del Tutto come esso veramente è in realtà.
Noi dobbiamo accontentarci di intuire e ammirare estasiati solo un’infinitesima parte di Dio, del Tutto eterno e infinito.

Luigi Di Bianco

ldibianco@alice.it