Il Libero Arbitrio negato

con metodo geometrico

ABSTRACT

Dopo aver mostrato nella premessa che i processi mentali avvengono nel tempo si passa a descrivere, con diagrammi spazio-tempo, la catena di causalità degli eventi cerebrali in un processo decisionale. Si dimostra infine che il tempo è un fattore critico che non ammette la libera scelta nel momento della decisione.

PREMESSA

Come noto, la luce viaggia a 360.000 km al secondo.

Io mi trovo, qui-adesso (vedi diagramma 1), mentre su un asteroide distante 720.000 km avviene un’esplosione. Io, qui-adesso, non mi accorgo di niente anche se sto guardando l’asteroide con un telescopio. Questo perché il lampo di luce prodotto dall’esplosione impiega 2 secondi per arrivare fino a me. Nel diagramma spazio-tempo si vede il fascio di luce prodotto dall’esplosione (E1, evento 1) che si espande nello spazio in tutte le direzioni alla velocità di 360 mila chilometri al secondo fino a giungere a me dopo 2 secondi (E2, evento 2).

Possiamo allora dire che dopo 2 secondi la mia coscienza prende atto dell’esplosione?

Sembrerebbe proprio di sì ma la risposta è No!

Infatti il raggio di luce, dopo 2 secondi, raggiunge sì i miei occhi, ma non affiora alla mia coscienza con la consapevolezza dell’evento accaduto sull’asteroide.

Bisogna considerare ancora il percorso che l’informazione deve percorrere affinché la consapevolezza dell’esplosione emerga alla mia coscienza.

Quanto è lungo questo percorso? Qui le neuroscienze non ci permettono di essere precisi. Sappiamo che l’occhio trasforma la luce in un segnale elettrico che viene inviato lungo il nervo ottico verso le cosiddette cortecce sensitive della visione e da qui smistato lungo connessioni neuronali ad altre aree del cervello in un fitto incrociarsi di segnali sparati da milioni di neuroni. Solo alla fine di questo percorso la nostra coscienza prende consapevolezza dell’esplosione sull’asteroide.

Per disegnare il diagramma 2, considerato che la lunghezza totale delle connessioni cerebrali è di qualche centinaio di chilometri, sono partito dalla supposizione che il percorso dell’informazione lungo le connessione neuronali sia di 3 chilometri. Ho anche considerato una velocità teorica che è quella massima di trasmissione dell’informazione nel vuoto che è di circa 30 cm per nanosecondo (ns, un miliardesimo di secondo).

Il diagramma 2 rappresenta lo spazio-tempo cerebrale ed ha il solo scopo di mostrare che i processi cerebrali avvengono nel tempo. Qui il segnale o informazione parte dall’occhio (E1, evento 1) e raggiunge la coscienza (E2, evento 2) dopo 10.000 nanosecondi.

La consapevolezza dell’esplosione sull’asteroide non emerge nella mia coscienza dopo 2 secondi bensì dopo 2,00001 secondi.

Che differenza c’è dal punto di vista pratico? Nessuna.

Da un punto di vista fisico però quei 10.000 ns hanno invece un rilevanza fondamentale nella catena di causalità e conseguenzialità nel tempo degli eventi cerebrali.

Cosa intendo per evento cerebrale?

Come noto, ognuno del centinaio di miliardi di neuroni che compongono il nostro cervello può essere paragonato ad un minuscolo computer che riceve, elabora e trasferisce informazioni, o per meglio dire, impulsi elettrici. Se, e solo se, l’unità centrale (soma o corpo cellulare) del neurone verifica determinate condizioni allora il neurone ‘spara’ un segnale elettrico in uscita verso altri neuroni lungo una singola fibra chiamata assone.

Nella presente discussione ho considerato ‘evento cerebrale’ l’attivazione di un singolo neurone quando ‘spara’ un segnale elettrico in uscita lungo l’assone.

Questa è una semplificazione perché gli eventi cerebrali interessano interi sistemi cerebrali come la neocorteccia, il sistema limbico, sistemi subcorticali (striato, talamo, ipotalamo, cervelletto, ecc.).

Questa semplificazione mi permette però di disegnare un diagramma spazio-tempo comprensibile ma che non compromette assolutamente il concetto che intendo esprimere in questo articolo.

NEGAZIONE DEL LIBERO ARBITRIO

Dopo questa lunga premessa che aveva il solo scopo di mostrare che i processi cerebrali avvengono nel tempo passo a dimostrare, usando diagrammi spazio-tempo, che il libero arbitrio non esiste … è solo un’illusione.

Il diagramma 3 descrive la struttura spazio-tempo cerebrale della formazione di una decisione o scelta E(d1).

Nel diagramma, l’evento E(d1), alle coordinate 0,0 (qui-adesso), corrisponde all’istante in cui prendo la decisione. I punti rossi nel diagramma corrispondono ad eventi cerebrali che precedono la mia decisione (la presenza dell’Evento E0 in azzurro sarà giustificato più avanti).

Faccio un esempio pratico.

Sono alla guida in autostrada. Ho la radio accesa e il notiziario del traffico mi avverte che c’è una coda per incidente 100 chilometri più avanti. Ora mi sto avvicinando ad un’uscita dall’autostrada e ho la possibilità di evitare la coda uscendo al casello per rientrare poi oltre l’incidente. Devo prendere una decisione prima di arrivare al casello di uscita. E’ una buona decisione uscire? O forse è meglio rimanere in autostrada sperando che, mentre viaggio per altri 100 chilometri, la coda si esaurisca? A qualche centinaio di metri dall’uscita prendo infine una decisione, metto la freccia a destra e mi avvio sulla diramazione verso l’uscita. Cosa è accaduto? Semplicemente, la mia coscienza, il mio Io, qui-adesso, ha preso una decisione.

Il diagramma 3 descrive geometricamente quello che avviene nel tempo e nello spazio del mio cervello per arrivare alla decisione di uscire dall’autostrada.

Ho già detto che l’evento della decisione avviene al tempo zero.

Il processo decisionale nella mia mente è però cominciato prima: è passato quasi un minuto da quando ho sentito la notizia dell’incidente e da quel momento il mio cervello ha ‘pensato’ e valutato tantissime cose.

Per semplificare, nel diagramma 3 ho però considerato solo gli ultimi 40.000 nanosecondi prima della decisione.

L’evento E1 si verifica quando, a -37.000 ns rispetto a E(d1), il neurone A in basso a sinistra ‘spara’ il segnale verso il neurone D.

Il neurone D, ricevuti i segnali provenienti da A e B, si attiva al tempo -25.000 ns e ‘spara’, (E4), il segnale verso il neurone G

Al tempo -20.000 ns G ‘spara’ (E7) verso L che, a sua volta, a -10.500 ns ‘spara’ (E8) verso E(d1).

Alla stessa maniera un gran numero di segnali giunge alle coordinate 0,0 e tutti insieme concorrono alla formazione della decisione di uscire dall’autostrada.

Dopo questa lunga premessa mi chiederai …  bene, ho capito, ma che c’entra il libero arbitrio?

Devo fare innanzitutto qualche precisazione: non nego la nozione di libertà d’azione, intesa come capacità di agire soddisfacendo i propri desideri; non nego il concetto di libertà di indifferenza come quando un individuo è chiamato a scegliere tra due beni identici e quindi indifferenti; non nego neanche la capacità di discriminare tra bene e male, né la capacità di scegliere sulla base di “ragioni”.

Ammetto ovviamente la capacità di scelta. Tutto quello che facciamo è basato su scelte che compiamo in ogni momento della giornata come quella di uscire dall’autostrada.

Ok dirai, allora stai ammettendo il libero arbitrio: se puoi fare delle scelte è ovvio che hai il libero arbitrio.

No, non è così: posso scegliere ma la mia scelta non è libera. Prova a riflettere e rispondimi: la scelta di uscire dall’autostrada è stata una mia scelta libera? Per essere più preciso, nel punto di coordinate 0,0 ero libero di decidere diversamente da come ho deciso?

La risposta è NO!

Per giungere ad una decisione diversa sarei dovuto andare indietro nel tempo, nel passato, e andare a modificare qualcosa, per esempio l’evento E5 verificatosi 30.000 ns prima della decisione. Ovvio che questo non è possibile perché una volta che il passato è passato, nessuno può cambiarlo.

Le scelte che noi facciamo qui, adesso, nel presente, non sono libere ma obbligate, necessarie, perché determinate da un processo naturale che coinvolge nel passato un centinaio di miliardi di neuroni e assoni, trilioni di dendriti e sinapsi, un’infinità di segnali elettro-chimici.

Fine del libero arbitrio.

Lo stesso Kant nella ‘Critica della ragion pura’, affermava che il problema del libero arbitrio è ‘il tempo’ e si chiedeva come si può fondare una morale basata sulla responsabilità se l’uomo non è in controllo delle cause della sua volontà che affondano nel passato. Ma questo è un altro discorso.

Ultimamente, per salvare il libero arbitrio, sono state proposte tesi che, considerando nel processo decisionale il collasso quantistico delle funzioni d’onda di particelle elementari, negano che il processo decisionale possa essere deterministico. Questo non cambia niente: sia che il processo si svolga secondo criteri strettamente deterministici, sia che sia guidato dai principi della meccanica quantistica, il processo decisionale è un processo naturale che si svolge nel tempo.

Posso ammettere che l’evento E5 sia frutto del casuale collasso della funzione d’onda ma questo non ha alcun riflesso sulla catena di causalità e conseguenzialità degli eventi nello spazio-tempo cerebrale.

A questo punto potresti chiedermi: come fai a conciliare l’assenza di libertà di scelta con la possibilità di scegliere tra il bene e il male che pure ammetti? La mia risposta è che anche in questo caso io faccio delle scelte ma scelgo il bene (o il male) in base allo stato dei miei sistemi cerebrali nel momento della decisione. Anche in questo caso si tratta una scelta non libera ma obbligata, determinata da infiniti fattori come, per esempio, le convinzioni etico-morali in precedenza immagazzinate in qualche parte del mio cervello.

Una volta presa una decisione è possibile cambiare idea e decidere diversamente? Ovvio che sì.

Qualche frazione di secondo dopo aver preso la decisione di uscire dall’autostrada io posso cambiare la scelta, fare una brusca sterzata (sperando di non provocare un incidente) e continuare sull’autostrada.

Nel diagramma 4 rappresento quello che succede in questo caso nello spazio-tempo cerebrale.

L’evento di questa seconda decisione, E(d2), ha un cono di luce diverso, non è più il cono giallo bensì quello viola. Adesso entra in gioco l’evento E0 (in azzurro) già presente sul diagramma 3. Se riguardi questo diagramma 3 vedrai che l’evento E0 avveniva solo 1.000 ns prima di E(d1) ed era quindi al di fuori del cono di luce del suo passato (quello giallo). Ciò significa che per giungere da E0 a E(d1) il segnale avrebbe dovuto viaggiare ad una velocità superiore a quella della luce, cosa questa non ammissibile. Per questo motivo E0 non poteva essere compreso nella catena di causalità e sequenzialità che portava alla decisione di uscire dall’autostrada (d1).

Ma il tempo continua a scorrere e io dopo 10.000 ns cambio idea e, a E(d2), prendo la decisone (d2). Dal diagramma 4, puoi vedere che adesso le cose cambiano perché E0 ora entra nel cono di luce (quello viola) del passato di E(d2) e contribuisce alla formazione di una decisione diversa (d2) … come quella di rimanere in autostrada.

Ma sia la decisione (d1), sia la decisione (d2) non sono libere ma obbligate, necessarie, determinate dal passato.

Luigi Di Bianco

ldibianco45@gmail.com