
FENOMENO E COSA IN SE’
I filosofi si pongono davanti al mondo, alla vita e all’esperienza come davanti a un quadro e cercano di studiarlo nei dettagli per intuire qualcosa sull’autore del quadro. Nell’autore i filosofi ci vedono infatti la “cosa in sé” che è da loro considerata ragione sufficiente per l’esistenza del quadro.
Per “cosa in sé“ intendono il mondo metafisico, il soprannaturale, il dio creatore: insomma tutto quello che c’è oltre la realtà fisica (il mondo fenomenico). La cosa in sé sarebbe assolutamente incondizionata ma, allo stesso tempo, sarebbe condizione (ragione necessaria) per l’esistenza e il divenire del mondo fenomenico.
Altri filosofi più logici e rigorosi, dopo aver definito il concetto di cosa in sé come ciò che non è condizionato, hanno negato la possibilità di ogni rapporto tra il non condizionato e il mondo fenomenico. Dio avrebbe sì creato il mondo ma subito dopo si sarebbe fatto da parte e lasciato andare le cose del mondo per conto proprio come un orologiaio che dopo avere costruito e caricato l’orologio se ne disinteressa del tutto.
Ma sia gli uni che gli altri hanno trascurato la possibilità che il quadro rappresentante il “mondo fenomenico” fatto di etica, principi morali e religiosi ma anche di conoscenze scientifiche, vita, esperienza, sia divenuto a poco a poco, anzi sia ancora in divenire. Se il quadro non è finito ed è ancora in divenire allora non possiamo trarre una conclusione sul suo autore (la ragione sufficiente). In questa prospettiva, la cosa in sé, che si pensava fosse autore del quadro diventa in effetti vuota, ossia vuota di significato.
Il quadro fenomenico per come lo vediamo noi è frutto dell’evoluzione umana e riflette, ancora oggi, i miti creati dall’uomo primordiale. Proprio per il fatto che noi da millenni ci siamo lasciati andare a pensieri non logici basati su pretese religiose, morali ed estetiche ha fatto sì che questo mondo sia diventato così stupendamente variopinto, terribile, profondo di significato e pieno di anima. Ma è stato il nostro intelletto che ha dato colore a questo mondo.
La rappresentazione del mondo da noi ereditata deriva dai deliri ed errori intellettuali che risalgono agli uomini dei primordi dell’umanità. Le funzioni cerebrali dei primitivi, all’inizio dell’evoluzione del genere umano, erano senz’altro elementari. Le loro capacità cognitive potrebbero essere paragonate alle nostre povere capacità razionali durante il sogno: arbitrarie e confuse come erano nei primitivi (e come sono nei nostri sogni) esse scambiano continuamente le cose in base alle più fuggevoli analogie. Insomma l’uomo primitivo, incline alla dimenticanza, al cattivo riconoscere il nesso tra cause ed effetti, ha inventato le mitologie e le allucinazioni che prendevano intere comunità, interi popoli.
La rappresentazione del mondo e della vita che oggi noi diamo per scontata è il risultato di una quantità di errori e di fantasie che, sorti a poco a poco durante l’evoluzione della specie umana, sono cresciuti e sono stati da noi ereditati come tesoro accumulato nell’intero nostro passato: come tesoro, in quanto su di esso si basa il valore della nostra umanità.
In fin dei conti, la visione del mondo ed i valori religiosi e morali che regolano la nostra vita sarebbero frutto di fantasie ed errori intellettuali. E’ la pochezza intellettuale dell’uomo che, nel corso della sua evoluzione, ha creato Dio, la religione e la morale.
La scienza rigorosa, che mediante la “storia genetica/evolutiva del pensiero umano” è giunta a questa conclusione, può liberarci, nel tempo, da questa rappresentazione fallace. Può farlo però solo in minima misura, e una cosa diversa non sarebbe affatto auspicabile, in quanto non può essenzialmente infrangere le forze di credenze ed abitudini antichissime.
La scienza però può lentamente e per gradi rischiarare la storia della nascita del nostro modo di sentire il mondo per innalzarci per qualche istante al di sopra dell’intero processo evolutivo del pensiero umano. E capire così che non c’è niente di assoluto: non c’è niente fuori del quadro … le bellissime pennellate che dipingono un mondo profondo, variegato e terribile, ricco di anime, di spiriti, di fiamme eterne e immortalità, sono state date da noi stessi o, meglio, dall’umanità nel corso delle centinaia di migliaia di anni della sua evoluzione. Tutto è frutto dell’intelletto umano … compreso dio, la religione, la morale e … fantasie varie.
Mia libera elaborazione da “Umano troppo umano. Delle prime e ultime cose, para.16”, (F. Nietzsche)